Davini Mario

(Lucca 1876 - 1951) Iniziò sotto la guida del padre Pietro, scultore lucchese e proseguì la sua formazione frequentando il Regio Istituto di Belle Arti di Lucca dove conseguì la licenza con lode nel 1900, presentando un’opera intitolata “Pace Claustrale” che fu selezionata l’anno successivo per l’esposizione di Belle Arti a Monaco di Baviera. Continuò i suoi studi diplomandosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze e completando la sua formazione presso lo studio di Edoardo Gelli. A partire dai primi anni del 900 il giovane autore si mise in luce in molte esposizioni non solo in Italia (Milano, Genova, Firenze…) ma anche all’estero (Monaco e Pietroburgo). Nel settembre 1908 l’artista partì per New York dove rimase 16 mesi, producendo molteplici opere e riscuotendo un notevole successo. Negli anni successivi si assistette alla maturazione artistica: aprì la propria personale nello studio di via S. Andrea, con dipinti sacri, ritratti, autoritratti, paesaggi, iniziò la propria attività di critico d’arte e pubblicista e di “insigne xilografo” come definito nel 1927 da Plinio Nomellini. L’incessante attività di ricerca dell’artista ricevette la sua consacrazione nella mostra allestita all’Albergo Universo del 1940. In seguito a questa Davini si ritirò negli anni successivi in un rigoroso isolamento dedicandosi all’attività pittorica e letteraria. Morì nella sua villa a Gattaiola il 23 ottobre 1951.

 

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