Migliara Giovanni

(Alessandria 1785 - Milano 1837) da giovane fu provato duramente da gravi problemi polmonari che lo costrinsero ad abbandonare una promettente carriera di scenografo. In quel periodo, strappato alla morte dalle amorevoli cure della moglie, riprende a lavorare nel "piccolo" e, memore della sua formazione artistica, dipinge soggetti ispirandosi ai vedutisti veneziani del Settecento.

 

Ben presto, però, incomincia a produrre del "suo": vedute, capricci, interni di chiese e conventi, il tutto spesso all'insegna di tagli prospettici accentuati e mirabili contrasti di luce. Le dimensioni delle sue opere difficilmente superano i 60-70 cm di lato mentre molte hanno dimensioni ridotte, quando non sono vere e proprie miniature. Caratteristici sono i suoi fixè, miniature dipinte su seta applicate su vetro. Come altri artisti dell'epoca effettua il suo Tour per l'Italia: in particolare rimane affascinato da Roma e Venezia mentre confida di non trovare alcuno spunto di ispirazione a Napoli.

 

La critica del tempo lo definisce il "nuovo Newton, il signore della luce, colui che rivaleggia con la natura": diventa membro delle più importanti Accademie d'Arte del tempo. Dal 1812 è il "vero mattatore" delle Esposizioni Braidensi e importantissime gli giungono le committenze: il Re Carlo Alberto, Maria Cristina di Savoia, il Granduca di Toscana Leopoldo II, la Duchessa di Parma Maria Luigia, l'Arciduca Ranieri Viceré del Lombardo-Veneto, il Principe di Metternich: la lista dei personaggi è ricca....

 

La Corte di Madrid lo invita nel 1830 per un'importante commessa legata all'illustrazione delle più importanti basiliche del paese, ma lui rifiuta per stare vicino alla propria famiglia. Pur abitando a Milano non rinnegò mai la sua cittadinanza piemontese: viene insignito, nel 1831 della neonata onorificenza dell'Ordine del Merito Civile di Savoia, con possibilità di essere ricevuto a corte, nel 1833 Carlo Alberto lo nomina suo pittore di genere.

Suo malgrado, per mancanza di tempo, non potendo garantire una regolare frequenza, rifiuta una cattedra a Brera.

Fonda una sua scuola e la figlia Teodolinda insieme ad altri artisti, definiti, "Migliaristi", ne fanno parte.

Pittori come il Dell'acqua, Federico e Ferdinando Moja, Giovanni Renica, Pompeo Calvi, Luigi Bisi, ed altri ancora studiano e ripropongono lo stile del Maestro.

 

Nel 1829, Alessandria, la sua città natale, gli dedica una medaglia coniata dal Puttinati. Nel 1840, tre anni dopo la sua morte, nel loggiato superiore del Palazzo di Brera viene posto un monumento in suo onore dello scultore Somaini, pagato con una sottoscrizione popolare.

 

La cronaca del tempo sottolinea come tutti questi riconoscimenti non abbiano mai mutato il carattere gioviale, schietto e modesto dell'artista. Le sue opere si possono ammirare in diversi musei nazionali ed esteri. Imponente è la raccolta custodita presso la Pinacoteca di Alessandria, formatasi in parte mediante oculati acquisti e donazioni, ma completata in maniera decisiva dall'imponente lascito voluto da Teodolinda Migliara alla sua morte.

 

In due periodi "moderni" sono state organizzate importanti mostre sull'artista: la prima in occasione del centenario della sua morte nel 1937 ad Alessandria e la seconda a cavallo degli anni 1977/1978 alla riscoperta della sua grafica, mostra itinerante in quanto presentata a Milano, Torino ed Alessandria.

 

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