Piranesi Giovanni Battista

(Mogliano Veneto 1720 – Roma 1778) detto anche Giambattista.  Fu un incisore, architetto e teorico dell’architettura italiano.  Figlio di Angelo, tagliapietre veneziano, e Laura Lucchesi, fu introdotto al latino e alle basi della letteratura e della storia antica dal fratello Angelo, monaco certosino. Iniziò la sua carriera di architetto al Magistrato delle Acque introdotto dallo zio Matteo Lucchesi, ingegnere veneziano specializzato in opere idrauliche e responsabile della manutenzione della Laguna Veneta. Dopo una controversia con lo zio, continuò la sua formazione con Giovanni Antonio Scalfarotto. Ancora impegnato in ambito ingegneristico (la Magistratura delle Acque si occupava di canali, ponti e difese costiere), fece tuttavia esperienza anche nelle arti figurative e decorative, anche se non risulta possibile documentare specifici apprendistati, interessandosi in particolare all’illusione scenografica e alla prospettiva. Si ricordi che in questo periodo a Venezia, in particolare per merito del Canaletto, l’arte delle vedute aveva raggiunto un livello altissimo. Nel 1740 viaggiò come disegnatore al seguito di Marco Foscarini, l’inviato veneziano a Roma. Prese alloggio a Palazzo Venezia ed iniziò lo studio dell’architettura romana; le antiche rovine della città accesero il suo entusiasmo ma molto presto Piranesi si rese conto che le prospettive di lavoro a Roma come architetto erano scarse. C’erano invece possibilità nel campo della pittura, specialmente a causa dei primi turisti che venivano a Roma. Un anno dopo iniziò la sua formazione con il vedutista Giuseppe Vasi, che lo introdusse alle tecniche dell'acquaforte e dell’incisione su rame. Piranesi ruppe molto presto con Vasi e assieme a studenti dell’Accademia di Francia lavorò ad una serie di piccole vedute di Roma, che apparvero in seguito nel 1745 come Varie Vedute di Roma Antica e Moderna. Già nel 1743 aveva pubblicato il suo primo lavoro Prima parte di Architettura e Prospettive - vedute della città con una tecnica di bulino ed acquaforte. Dedicò il suo lavoro a Nicola Giobbe, un costruttore veneziano, che aveva promosso il suo arrivo a Roma. Dal 1743 al 1747 si fermò per lo più a Venezia, dove frequentò, secondo alcune fonti, anche Giovanni Battista Tiepolo. Finalmente tornò a Roma, dove aprì una bottega a via del Corso. Negli anni tra il 1748 ed il 1774 creò un’altra sequenza di vedute di monumenti antichi e barocchi, le Vedute di Roma, che - illuminate usualmente da una forte luce solare - danno un peculiare effetto monumentale. Queste Vedute contengono anche composizioni d'immagini del tipo dei Capricci. Nel 1756 Piranesi studiò e misurò una quantità innumerevole di edifici dell’antica Roma. La conseguenza fu la pubblicazione in quattro volumi di viste degli antichi monumenti romani, le Antichità Romane de' tempo della prima Repubblica e dei primi imperatori. Tali vedute mirano a magnificare la grandiosità dell'architettura romana e spesso le dimensioni sono volutamente esasperate nella deformazione prospettica: per esempio nella tavola con le Fondamenta del Mausoleo di Adriano, queste sono trasformate in una montagna gigantesca di cui non si riesce a vedere la cima. Nella prefazione Piranesi lamenta sul degrado, e la manomissione dei resti archeologici, ponendosi tra i primi ad aver chiara l'esigenza di una specifica salvaguardia dei monumenti, e della necessità di documentarli con immagini. Nel 1761 fu ammesso all’Accademia di San Luca a Roma. Lo stesso anno aprì una nuova bottega con una stamperia propria. In un Catalogo delle Opere presenta le sue stampe con i prezzi. Nel 1762 pubblica la raccolta di incisioni Campo Marzio dell'antica Roma. Nel 1763 papa Clemente XIII affidò a Piranesi l’incarico di restaurare il coro di San Giovanni che però non andò oltre lo stadio di progetto. L’anno successivo Piranesi fu incaricato dal cardinale Giovanni Battista Rezzonico della ristrutturazione di Santa Maria del Priorato che fu la sua unica opera architettonica realizzata. Nel 1767 il Papa lo nominò cavaliere. Negli anni 1777-78 pubblicò una raccolta di incisioni su Paestum, Differents vues de Pesto, in cui la voluta sproporzione fra edifici e figure è mitigata in un nuovo rapporto che tiene conto del ruolo determinate dell’elemento umano, finora messo in secondo piano rispetto all’eroicità delle rovine antiche. Piranesi morì nel 1778 a Roma dopo una lunga malattia. Fu sepolto nella chiesa di Santa Maria del Priorato, da lui progettata, per volontà del card. Rezzonico.