Stefani Ottorino

(Volpago del Montello - Treviso,1928)Nel 1945 è ammesso a frequentare il primo anno del Liceo Artistico di Venezia. Nell’ambiente della scuola ha modo di conoscere Orazio Celeghin e, soprattutto, Manlio Dazzi, poeta e critico acutissimo, nonché appassionato studioso del Croce. Nel 1947 si ritira dal Liceo veneziano e si prepara ad affrontare gli esami di Maturità artistica, che supera l’anno successivo. Dal 1949 al 1953, circa, Stefani frequenta, con una certa assiduità, sia l’Accademia di Belle Arti, sia la Facoltà di Architettura di Venezia. Segue con particolare interesse gli insegnamenti di Saetti, di Cadorin(le sue famose “ricette” tecniche) e quelli, più sofisticati e intellettualistici, di Santomaso. Presso la Facoltà di Architettura la sensibilità del giovane artista è vivamente impressionata dall’apertura interdisciplinare con cui Bruno Zevi imposta le sue lezioni sull’architettura e dalla sorprendente capacità di Carlo Scarpa di rievocare, attraverso rapidi disegni alla lavagna, monumenti architettonici del passato di particolare valore artistico. Si è dedicato per trent’anni all’insegnamento di Disegno e Storia dell’Arte presso l’Istituto Magistrale di ontebelluna. Nel 1978 si è laureato in lettere con una tesi interdisciplinare sul Canova. Le sue mostre hanno toccato molte località italiane, e diversi paesi esteri.Nel 2006, Stefani pubblica: Arte triveneta dal Barocco alle ultime ricerche del Duemila, nelle edizioni Giorgio Ghelfi di Verona.