Callot Jacques

(Nancy 1592 – Nancy 1635) Nacque in una famiglia nobile apparentata con quella del duca. A quindici anni entrò presso la bottega dell'orafo Demange Crocq, dove apprese i rudimenti del disegno con Jacques de Bellange e Claude Deruet oltre all'uso del bulino. Successivamente, nel 1608 è a Roma, presso l'incisore di Troyes Philippe Thomassin, dove perfezionò la pratica con il bulino, copiando le opere di maestri italiani e fiamminghi. In questa fase rimase attratto dalle opere di Agostino Carracci. Nel 1612 si trasferì a Firenze, restandovi per nove anni sotto la protezione di Cristina di Lorena. Qui incise, presso l'incisore Giulio Parigi, nel 1616 circa le Tentazione di sant'Antonio, nel 1617 la serie dei Capricci, ispirata al teatro, al costume popolare e al Carnevale, infine nel 1620 la Fiera dell'Impruneta. A Firenze sperimentò la tecnica dell'acquaforte che diverrà una delle sue modalità espressive preferite. Le sue incisioni evidenziarono un linguaggio artistico piuttosto personale ed originale, a metà strada tra il galante ed il grottesco, sorretto da un gusto compositivo estremanente raffinato. Nel 1621 si stabilí a Nancy, dove incise i disegni riportati dalla Penisola: i Gobbi, i Balli di Sfessania e la Grande Passione. Con il ciclo degli Zingari intensificò il suo interesse per i fatti quotidiani e per una visione sempre più realistica del mondo. Nel 1624 si sposò con Catherine Kuttinger. Nel 1627 è a Breda dove incise l'assedio della città, successivamente con la stessa tecnica, fissò sulla carta sia l'assedio di Saint-Martin-de-Ré che quello de La Rochelle, sempre su incarico del re Luigi XIII. Tra il 1628 e il 1631 soggiornò più volte a Parigi, dove affidò a Israël Henriet l'edizione delle sue lastre. Tornato a Nancy nel 1632, dove assistette sia all'invasione francese del ducato di Lorena che alla peste, eseguì Le Miserie della guerra nel 1633 e la seconda versione della Tentazione di sant'Antonio dedicata a Louis Phélypeaux.